Shirin-Yoku

In un’epoca in cui la tecnologia corre veloce, ad un passo a volte insostenibile, di tanto in tanto ci rendiamo conto che se ci fermassimo e guardassimo indietro in direzione di vecchie tradizioni e metodi apparentemente obsoleti, scopriremmo quanto questi possano a volte essere attuali e funzionali per vivere meglio. Il valore della riscoperta, a volte, supera quello delle nuove scoperte.

È il caso dello Shirin-yoku, termine coniato nel 1982 dal ministro Giapponese dell’agricoltura, della foresta e della pesca per definire le attività che prevedono un contatto diretto con ambienti naturali, quali foreste, boschi etc…

Uno studio pubblicato da Park BJ, Tzunetzugu Y., Kasetani T., Kagawa T., Miyazaki Y. ci illustra perfettamente gli effetti psicofisiologici del trascorrere tempo immersi nella natura confrontati con quelli causati dal contesto urbano.

I parametri considerati in questo studio sono:​

–       livello di cortisolo nella saliva;

–       frequenza cardiaca;

–       pressione sanguigna.

Lo studio è stato condotto in 24 foreste giapponesi utilizzando gruppi di 12 persone ciascuno (280 persone in totale di età media 21,7 anni +\- 1,5).

Ogni gruppo è stato diviso in due sottogruppi da 6 individui. Nel primo giorno di rilevazione uno dei due sottogruppi ha passeggiato nel verde ed ha esplorato la foresta per circa 30 minuti, mentre l’altro, nello stesso arco di tempo, ha passeggiato in un ambiente urbano. Nel secondo giorno si sono invertite le aree di esposizione per avere un controllo di dati incrociato.

I risultati di questo studio hanno confermato che vivere gli ambienti naturali migliora il nostro stato psicofisico, infatti le rilevazioni successive al tempo trascorso nelle foreste hanno mostrato che gli indici di osservazione di cui sopra risultavano più bassi e quindi più indicativi di una condizione di minore stress e di maggiore benessere.

Il livello ridotto di cortisolo nella saliva, la pressione sanguigna più bassa e il ritmo cardiaco più lento sono in effetti indici di una condizione psicofisica migliore e più salutare.

Che la natura faccia bene al nostro corpo e alla nostra mente è risaputo, ma avere dati a dimostrazione di questo ci rende più consapevoli del fatto che nutrire la nostra mente con i suoni, gli odori, i colori della natura soddisfano parti antiche di noi e ci offre la possibilità di scaricare e resettare tutto quello che quotidianamente, in particolare per chi vive in città, ha un effetto dannoso.

Fare un percorso di Outdoor Therapy® significa tornare alla natura, sfruttarne il potere terapeutico, farlo in un modo nuovo all’interno di una cornice metodologica strutturata e sicura.

L’Outdoor Therapy® è un metodo che, come un Giano Bifronte, ha un duplice sguardo: uno rivolto indietro per poter riscoprire passate opportunità e l’altro verso il futuro per integrare nuove scoperte e affrontare il nostro domani in modo più sano e funzionale.

La natura, come una madre, ci accoglie, ci avvolge nel suo abbraccio, ci spinge verso nuove autonomie e sicurezze, ci apre a nuove sfide per renderci più forti e capaci di attraversare la vita.