teoriapolivagale
Un “simpatico” terapeuta

Abbiamo meccanismi protettivi innati che ci aiutano a sopravvivere in situazioni pericolose. Gli apparati sensoriali vista, udito, olfatto, tatto, dolore, ecc. comunicano rapidissimamente al cervello le percezioni o addirittura provocano direttamente, per riflesso, il provvedimento adatto (come il battito degli occhi, lo scostamento rapido della mano da qualcosa che scotta o lo spontaneo gesto di ritorno alla posizione fetale se colpiti da forte rumore improvviso). Il nervo vago ci fa immobilizzare di fronte al pericolo, come accade ad altri animali, per non essere individuati (il movimento è rilevato dalla vista e dall’udito di molti animali – noi compresi – e ne attira l’attenzione) o per sembrare morti. La teoria polivagale del dott. Stephen Porges individua due circuiti funzionali del nervo vago, il “complesso vagale dorsale” (DVC) più antico, che provoca tra l’altro appunto l’immobilizzazione difensiva, e un secondo sistema evolutosi più recentemente, il “complesso vagale ventrale” (VVC), detto anche “sistema nervoso sociale”, che ci spinge ad associarci agli altri per cercare comunicazione e sicurezza.